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15 Dicembre 2017

ECOGRAFO 3D/4D: POTENZIALITÀ OSTETRICHE E GINECOLOGICHE

Ecografia 3D e 4D

Migliora la qualità delle immagini diagnostiche e i tempi per lo studio ecografico

In cosa consiste l’ecografia 3D e 4D?
L’ecografia 3D facilita l’identificazione delle scansioni diagnostiche ecografiche e riduce, al contempo, i tempi necessari per lo studio ecografico, con una qualità delle immagini accurata e molto suggestiva sia in ostetricia, ossia durante la gravidanza, che in ginecologia. La differenza tra 3D e 4D sta nel fatto che, mentre nell’ecografia 3D le immagini vengono analizzate in tre dimensioni, nella 4D la quarta dimensione è rappresentata dal tempo, perciò le immagini tridimensionali sono in movimento e in tempo reale.

Quali sono i possibili impieghi dell’ecografia 3D e 4D?
Occorre sottolineare che l’ecografia 3D si utilizza non solo in gravidanza ma anche in ambito strettamente ginecologico, per diagnosticare difetti congeniti dell’apparato riproduttivo femminile. Se applicato in modo precoce, riesce a riconoscere le cause di aborti ricorrenti e ha quindi una funzione preventiva. In caso di malformazioni uterine, infatti, l’impiego del 3D/4D supera la risonanza magnetica e l’isterosalpingografia e riesce a evitare esami invasivi come l’isteroscopia e la laparoscopia diagnostica.

Quali sono le altre anomalie dell’apparato riproduttivo femminile che permette di indagare?
Lo studio della forma dei fibromi, frequenti in gravidanza, l’adenomiosi, l’endometriosi e le lesioni della cavità uterina. Associato a Color Doppler e del Power Doppler, può anche approfondire il sospetto diagnostico di tumori maligni uterini e ovarici.

Che vantaggi offre, invece, in gravidanza?
Scegliere l’ecografia 3D/4D anziché la tradizionale ecografia bidimensionale consente una visione più approfondita del feto fin dal primo trimestre, evidenziando precocemente anomalie che altrimenti sarebbero visibili solo in mesi successivi. Permette, ad esempio, la determinazione di anomalie del sistema nervoso (acrania, anencefalia, idrocefalo, encefalocele) fin dal primo trimestre, anziché dal secondo come gli ultrasuoni 2D. Nel secondo trimestre, poi, si esplicano le sue applicazioni a maggiore valore aggiunto, permettendo uno studio accurato di tutte le strutture già formate del bimbo: nello studio del volto (presenza/assenza dell’osso nasale e labiopalatoschisi), delle orbite e di eventuali anomalie delle suture craniche, di malattie toraciche, cardiache e sistema cardiovascolare, della mandibola fetale e dello scheletro. È inoltre utile anche per identificare precocemente anomalie del tubo neurale, anomalie cerebrali e anomalie facciali da parte di ecografisti esperti.

Cosa si intende quando parliamo di parental bonding?
Oltre alle importantissime funzioni mediche che abbiamo appena menzionato, bisogna considerare anche l’aspetto emotivo: vedere il bimbo in 3D/4D significa farne la conoscenza ancor prima di arrivare alla sala parto, contribuendo a creare un fortissimo legame emozionale con ricadute molto positive sul benessere fisico e psicologico della futura mamma e della coppia migliorando, in definitiva, la qualità dell’interazione materna con il neonato.

 

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