18 Maggio 2018
Torna utile alla pratica clinica quotidiana segmentare l’epidemiologia dei bisogni in tre soglie “dinamiche” di età: quella giovane minore di 14, l’età adulta 19-65 e l’anziano sopra i 65 anni.
Ulteriore diversificazione si può fare all’interno dell’ampia fascia adulta, quella socialmente più dinamica e attiva, che comprende una fascia più giovane e una più matura.
Pazienti di qualsiasi età, con esigenze e prerogative estrememente diverse tra loro, con risorse fisiche differenti, possono presentarsi ai nostri ambulatori accumunati da un disturbo, un dolore o una patologia, l’esito di un trauma o di un intervento chirurgico.
Si tratta in ogni caso di un fattore che può compromette in misura variabile le proprie performance fisiche e motorie comportando una forma più o meno seria di disabilità.
La perdita parziale o completa, temporanea o permanente di una funzione ancor più se accompagnata da dolore è un problema che, se trascurato, può sfociare in stress, frustrazione, rassegnazione e depressione. Per questo spesso conduce all’attenzione del proprio medico curante per ottenere un consiglio, un’approfondimento diagnostico, una terapia farmacologica appropriata.
La medicina fisica e riabilitativa può essere una risposta.
Ma allora quando inviare all’attenzione del fisiatra e che soluzioni diversificate possono esistere per pazienti giovanissimi, per la fascia d’età più attiva e dinamica, per la fascia senior e per l’anziano? Quali le proposte riabilitative? Quali prospettive? Quali sono i limiti? Quando la soluzione è multidisciplinare?
Quali accertamenti di primo livello per accelerare la presa in carico riabilitativa? Come evitare dispendi di tempo?
Non una soluzione unica, ma un unico obiettivo: migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti, senza limiti di età.